Manuel Fantoni Travel Society

manuel fantoni cargo bandiera liberiana
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Qualche mese fa con il mio collega stavamo guardando su internet varie foto di paesi del Mediterraneo e ci siamo soffermati su qualche spiaggia della Tunisia. Gli raccontai che là a causa del retaggio coloniale molte persone parlano sia l’arabo che il francese. Ovviamente per ribadire l’eterna rivalità regionale che oppone noi italiani ai cugini d’Oltralpe affermai che per me sarebbe stato molto più facile ed appagante imparare la prima lingua piuttosto che la seconda. Chiusa la questione ritornammo a lavorare da bravi impiegati quali siamo.

Dopo qualche ora fummo costretti a telefonare ad alcuni colleghi di una sede distaccata e, invece dei soliti convenevoli, il mio collega si lanciò in una colossale perculata nei miei confronti.

«Voi che vivete in quella città di merda (anche i Belo Horizontini hanno uno spiccato senso del localismo) non avete neanche idea di come sia vivere quì. Che ne volete sapere delle esperienze che si possono fare nella capitale di Minas Gerais? Io ad esempio lavoro con un gringo poliglotta (ok, effettivamente è vero) che parla fluentemente:

  • Italiano (ne potremmo discutere ma vabbè);
  • Inglese (ok);
  • Portoghese (ancora restiamo nell’ambito del reale);
  • Spagnolo (assolutamente falso, ma come molti italiani ritengono che parlare portoghese e spagnolo sia più o meno la stessa cosa così molti brasiliani ritengono che parlare italiano sia il passaporto per essere anche un perfetto ispanofono);
  • Turco (mannaggia a me e a quella volta che gli spiegai che tè si diceva chay);
  • Arabo (no zio ti stai sbaglia…
  • e ovviamente il francese.»

Il dado era tratto: l’etica professionale mi impediva di dare del cazzaro al mio collega cazzaro e il localismo che mi affligge non mi permetteva di non ricordare ai juiz-forani il loro rango di velletrani nella catena alimentare di Minas Gerais. Confermai tutto ad eccezione del francese, di cui vantai una conoscenza esclusivamente scolastica.

Come ho imparato tutte queste lingue? Chiaramente sono passato in vari paesi dove vengono parlate. Anzi! Non ci sono passato, ci ho vissuto! Lavoravo nella marina mercantile e chiaramente tra un imbarco e l’altro rimanevo molto tempo in posti sperduti che col tempo ho cominciato a chiamare casa.

«Ma se hai vissuto in tutti quei posti fantastici – disse una voce dall’altro capo del telefono – come ci sei finito in quella fogna di BH?»

«La vita è strana – risposi – Ti fa passare una vita in mare e poi ti scarica su una montagna.»

Finita la conversazione delirante il mio collega mi disse che con questa attitudine avrei fatto strada quì in Brasile, io invece gli spiegai che mi aveva appena trasformato nel divino Manuel Fantoni. Lo ringraziai e tornammo a lavorare.

Se poi volete conosce uno che er monno soo gira imbarcato pe’ davero jateve a legge Monno Solitario.

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