Proletari in divisa (bianca)

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Update 19/12/2015

Avevo ragione io.

SPOILER

Finn was a human male who served as a First Order Stormtrooper, designation FN-2187 and known to his fellow soldiers as Eight-Seven. He was considered one of the group’s best stormtroopers before he defected to join the Resistance in their struggle against the First Order.

 (Continua su Wookiepedia–>)


 

Fin da bambino, quando vidi il mio primo film di Guerre Stellari su Rete 4, più che alambiccarmi sulla trama della vecchia trilogia preferivo interrogarmi sulla misteriosa figura degli stormtrooper.

Mi chiedevo cosa si celasse dietro gli elmetti bianchi indossati dai quei soldati senza volto, quella carne da macello spedita a morire sotto i colpi di blaster e di spada laser, o magari a saltare in aria a decine di migliaia a bordo della Morte Nera.

L’unica mia sicurezza era che non fossero dei soldati volontari: solo la coscrizione obbligatoria poteva spiegare perchè le temibili truppe d’assalto del terribile Impero Galattico cadessero come mosche sotto i colpi di una principessa, di un bifolco interstellare e del sosia pseudo-jedi di Nino D’Angelo, senza riuscire nemmeno a centrare un colpo. Ovviamente Lucas non si premurava di spiegare il retroterra di queste magliette rosse utili solo a rendere i film un po’ più movimentati: è una pratica comune della narrativa reazionaria (vedi film come 300) di trattare il nemico come un unicum senza distinzioni. Di fronte ai “buoni” c’è sempre una schiera di nemici anonimi o mostruosi.

Questa tendenza narrativa venne poi confermata dalla nuova trilogia, dove si scopre come questo esercito di armature bianche non era altro che il risultato di una clonazione di massa: tanti soldati con la stessa faccia, indistinguibili gli uni dagli altri, e geneticamente programmati per obbedire senza discutere gli ordini.

Ho sempre creduto che ridurre disumanizzare il nemico o ridurlo al rango di caricatura è un grave sbaglio che mina la propria lotta: comprendere il proprio avversario, con i suoi bisogni e motivazioni, è un prerequisito fondamentale di ogni battaglia che dice di fondarsi su dei principi. Ovviamente ciò non vuol dire cedere al lato oscuro, bensì conoscerlo per poterlo sgobbare meglio.

Non dimentichiamo inoltre che gli stormtrooper non sono diversi dai tanti proletari che nel nostro recente passato sono stati spediti in putride trincee a massacrarsi tra di loro per gli interessi dei rispettivi governanti ed imprenditori. Il mio bisnonno era un ragazzo del ’99 infilato appena diciottenne in un’uniforme verde per combattere i suoi omologhi austriaci dall’uniforme grigia, io stesso sono cresciuto leggendo Un anno sull’altipiano e le poesie di Ungaretti. Famose sono state le tregue di Natale del 1914, mentre tutti noi compagni ancora glorifichiamo gli stormtrooper dell’Impero Zarista che, stufi di uccidere i proletari austriaci e tedeschi, imbracciarono le armi contro il loro imperatore dando avvio a quello che fu l’evento storico più importante della storia umana, ancor più della costruzione delle piramidi.

Ovviamente l’Alleanza Ribelle non si occupa di ribaltare la situazione di sfruttamento capitalistico all’interno dell’Impero: la sua leader è pur sempre una principessa parte di una elite intenta a ricostruire un senato che racchiudeva le classi dominanti dei rispettivi pianeti membri.

Per avere maggiori informazioni sui Proletari in Divisa.

Per leggersi qualcosa che dia anche il suo spazio alle gioie e ai dolori degli stormtrooper.

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